Omologazione non richiesta

La pagina deve essere bianca e il segno scuro. L'idea deve contenere un sogno che sconfini nella passione, la memoria deve avere il coraggio di esistere. Il blogger deve credere di possedere la scrittura: solo così i segni sulla pagina vivranno più a lungo di lui.

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Località: Sicilia, Italy

Scrissi molto e a lungo. Inutilmente poi ho atteso risposte che non arriveranno mai. Scrivo ancora per ricordarmi d’esistere e fermare il suo sapore. Non riuscirò mai a conciliare l’inconciliabile e non c’è più tempo comunque: attraversare tante vite e tanti territori mi ha arricchito e spogliato allo stesso tempo ed io sono siciliano, quando rido ho dietro l’ombra della morte e dell’inutilità, se piango lo faccio di nascosto davanti al mare, l’unico interlocutore assoluto che conosco. Sono figlio dell’ alta borghesia colta palermitana, cresciuto a pane e letteratura, ad urla e silenzi, a scirocco e nebbie lombarde, a Mozart e beat generation: per lungo tempo ho creduto che fosse possibile vivere tutte queste sinapsi senza strappare la tela della mia vita. E’ una menzogna. OMOLOGAZIONE NACQUE NEL 2008 questa era il suo incipit e questo il suo template originale. Resterà tale, è una questione di affetto.

martedì 15 luglio 2025

Francesca Albanese

Come sempre accade da circa una settimana sul palcoscenico dei media-social una nuova protagonista è salita alla ribalta tra squilli di tromba e peana di gloria; si parla addirittura di una candidatura al Nobel! Io sono sempre più lontano da questi ambienti e da questa Italia chiassosa, pronta a osannare chiunque mostri, apparentemente, una logica diversa da quella normale dell'analisi e della lettura ad ampio spettro.
Ma c’è un’Italia che ancora prova a difendere la verità.... e poi c’è quella che la baratta per ideologia. Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i Territori Palestinesi, appartiene alla seconda categoria. 
E il problema non è il ruolo che ricopre, ma come ha scelto di interpretarlo: da militante, non da garante dei diritti umani. Di fronte al dramma palestinese, Albanese ha deciso da che parte stare: con la propaganda. Non una parola sull’indottrinamento al martirio che avvelena l’infanzia palestinese, documentato da decine di studi e inchieste. Nessuna denuncia dei programmi scolastici che glorificano la morte come forma di resistenza. Silenzio assoluto sui campi estivi di Hamas, dove i bambini imparano a impugnare un fucile prima ancora di scrivere una poesia. 
La Albanese preferisce un’altra narrazione: quella di un popolo vittima assoluta, a prescindere, e di un oppressore unico e indiscutibile, Israele. 
Una versione comoda, che le ha garantito applausi nei circoli ideologici, ma che ha svuotato di credibilità il suo mandato internazionale. Questa complicità intellettuale è la vera vergogna italiana. Perché chi rappresenta il nostro Paese in un organismo come l’ONU non può ignorare metà della storia. Non può fare finta che il terrorismo sia un incidente e che l’odio venga solo da una parte. Non può tacere di fronte a un’educazione al martirio che fabbrica vittime e carnefici nello stesso corpo di un bambino. 
La verità non ha bandiere, ma Francesca Albanese sì. Ed è questa la sua colpa più grave. Una colpa che non pesa solo su di lei, ma su tutti quelli che, per convenienza o per codardia, hanno scelto di voltarsi dall’altra parte.

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Dietro ogni commento c’è un mistero e una persona ma i commenti non mi hanno mai aiutato anzi sono riusciti a distruggere il mio rapporto con gli altri in questo contesto. Adesso che tutto è finito puoi leggere, farti un'idea di ciò che ho scritto ma io risponderò solo quando potrò.

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