Mi hanno chiesto un mese fa di firmare per un Nobel a Francesca Albanese.
La Albanese relatrice speciale dell’ONU per i Territori palestinesi, ha costruito la sua carriera denunciando Israele. Con toni sempre più accesi, fino a sfiorare la militanza. Ma c’è qualcosa che manca nei suoi report, nei suoi tweet, nei suoi interventi pubblici: la verità intera. O almeno, la parte scomoda.
Non spetta a lei, si dirà. Eppure, un relatore speciale ha ampia libertà di segnalare violazioni, di richiedere ispezioni, di documentare crimini, anche se non direttamente contemplati nel mandato. La Albanese non lo ha fatto. Non ha nemmeno provato.
Perché non ha mai dedicato un solo rapporto ufficiale ai crimini di Hamas, in particolare l’uso sistematico di scudi umani e la militarizzazione delle infrastrutture civili?
Perché mai ha taciuto sull’esistenza dei tunnel di Hamas costruiti sotto scuole, ospedali e moschee? È o non è questa una forma di crimine di guerra contro la stessa popolazione palestinese?
Che ne è stato dei miliardi di dollari inviati a Gaza in aiuti internazionali? Perché non ha mai denunciato formalmente l’utilizzo distorto di questi fondi da parte di Hamas per scopi militari?
Perché non troviamo nei suoi report una sola parola sul fenomeno dei bambini soldato a Gaza, addestrati dalle milizie di Hamas?
Ha mai chiesto alle autorità di Gaza di consentire a osservatori indipendenti di verificare la presenza di basi militari e depositi di armi in aree civili? Se non lo ha fatto, perché?
La corruzione interna a Gaza, che sottrae risorse umanitarie ai civili per arricchire la cupola di Hamas, non merita forse una denuncia da parte sua?
Non crede che, nel concentrarsi esclusivamente su Israele, il suo operato abbia finito per legittimare Hamas come presunta 'resistenza', ignorandone la natura terroristica secondo la definizione ufficiale di Stati Uniti, Unione Europea e altri organismi?
Perché non ha mai sostenuto la necessità di un’indagine internazionale indipendente sui massacri del 7 ottobre 2023? Le torture, le violenze sessuali, gli incendi di civili israeliani non meritano un approfondimento ufficiale da parte dell’ONU?
Parla spesso di apartheid, ma perché non definisce ‘oppressione’ il dominio di Hamas su Gaza?
Se la sua missione è la tutela dei diritti umani, perché non ha mai denunciato la condizione delle minoranze nei territori palestinesi? Penso ai cristiani di Gaza, alle donne soggette ai codici islamisti, agli oppositori politici eliminati o ridotti al silenzio.
La relatrice speciale potrà rispondere che non era suo compito. Ma la verità è che un mandato non impedisce la coscienza, né la dignità del ruolo internazionale che si ricopre.
E quando si sceglie di guardare sempre e solo da una parte, si diventa megafono. Non garante dei diritti umani.
Naturalmente, la relatrice potrà avere le sue ragioni e rispondere punto per punto. Ma il silenzio su questi temi rimane un fatto.
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Dietro ogni commento c’è un mistero e una persona ma i commenti non mi hanno mai aiutato anzi sono riusciti a distruggere il mio rapporto con gli altri in questo contesto. Adesso che tutto è finito puoi leggere, farti un'idea di ciò che ho scritto ma io risponderò solo quando potrò.
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