Omologazione non richiesta

La pagina deve essere bianca e il segno scuro. L'idea deve contenere un sogno che sconfini nella passione, la memoria deve avere il coraggio di esistere. Il blogger deve credere di possedere la scrittura: solo così i segni sulla pagina vivranno più a lungo di lui.

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Località: Sicilia, Italy

Scrissi molto e a lungo. Inutilmente poi ho atteso risposte che non arriveranno mai. Scrivo ancora per ricordarmi d’esistere e fermare il suo sapore. Ho deciso di lasciare visibili tutti i commenti, sono parte del blog.Non riuscirò mai a conciliare l’inconciliabile e non c’è più tempo comunque: attraversare tante vite e tanti territori mi ha arricchito e spogliato allo stesso tempo ed io sono siciliano, quando rido ho dietro l’ombra della morte e dell’inutilità, se piango lo faccio di nascosto davanti al mare, l’unico interlocutore assoluto che conosco. Sono figlio dell’ alta borghesia colta palermitana, cresciuto a pane e letteratura, ad urla e silenzi, a scirocco e nebbie lombarde, a Mozart e beat generation: per lungo tempo ho creduto che fosse possibile vivere tutte queste sinapsisenza strappare la tela della mia vita. E’ una menzogna. OMOLOGAZIONE NACQUE NEL 2008 questa era il suo incipit e questo il suo template originale. Resterà tale, è una questione di affetto.

martedì 26 agosto 2025

L'odio in giacca e cravatta

Avrei voluto scrivere testi nuovi di altro tenore, mi ero detto che altrimenti non avrei pubblicato mai più; ma la cronaca di questi ultimi tempi e il suo martellare volgare e continuo, i suoi scontri pieni di livore e assolutamente niente altro mi han convinto a riprovarci, se non altro per onestà storica. Mi piace stuzzicare i soloni del web odierno, i progressisti a un tanto al chilo che semplicemente o volutamente ignorano la storia che pur gli è passata vicino.

Germania fine anni 30, non gridavano “morte agli ebrei”. Firmavano decreti. Non imbracciavano fucili. Compilavano elenchi. Erano medici, giudici, maestri. Gente normale, gente educata. Gente colpevole. Nessun filtro. Nessuna pietà. Come i peggiori crimini contro gli ebrei sono stati firmati da chi sembrava innocuo. Ben pettinati. Ben truccati. Beneducati. Il volto del male, a volte, indossa un doppiopetto. Non urla, non impreca, non spara. Ma firma. Firma decreti, protocolli, ordinanze. Chiude scuole. Espelle bambini. Compila liste. E nel frattempo ti guarda negli occhi, e ti dice: “È per il bene comune.”
Il genocidio comincia sempre con un tono pacato e le grandi persecuzioni non iniziano con le camere a gas. Iniziano con il vicino che ti sorride mentre denuncia tuo padre. Con la segretaria dell’ufficio comunale che ti cancella dai registri scolastici. Con il preside che ti consegna la pagella e ti dice: “Non puoi più tornare”. È così che è cominciato. È così che hanno fatto fuori gli ebrei. Con garbo. 

1492. L’eleganza dell’espulsione Spagna. Isabella e Ferdinando, i Re Cattolici, la cristianità trionfante. la croce sopra ogni porta. E gli ebrei? Fuori. L’editto di Granada li caccia tutti: convertiti o sparite. Niente urla. Niente fucili. Solo pergamene con sigilli reali, lettere col timbro, vescovi con l’anello. Chi resta viene bruciato. Chi non si converte viene torturato. E nessuno ha detto niente. Perché l’Inquisizione era giusta. Perché la Spagna era “perbene”. 

1933–1945. I tecnocrati del massacro I nazisti? Certo. Colpevoli. Ma chi ha reso possibile l’Olocausto sono stati i milioni di cittadini rispettabili. I funzionari con la cravatta. Gli insegnanti che spiegavano “l’ebreo degenerato”. Gli operai che costruivano i treni della morte. I medici che facevano esperimenti su neonati. I banchieri che espropriavano conti correnti “non ariani”. Non erano belve. Erano impiegati, colletti bianchi, brave persone. Sapevano tutto. Ma non avevano “nulla da eccepire”. 

Italia, 1938. Fascismo col sorriso Le leggi razziali non le ha scritte Hitler. Le ha firmate l’Italia dei salotti. Il Re le ha approvate. Gli accademici le hanno difese. I giornali le hanno giustificate. Un intero popolo che, pur sapendo, ha guardato altrove. Studenti cacciati. Professori umiliati. Negozi ebraici chiusi. Professionisti radiati. Poi deportati. Poi uccisi. E gli italiani? Aperitivi, processioni, famiglie al mare. 

Francia, 1942. L’aristocrazia della vergogna. Velodromo d’Hiver. Parigi. La polizia francese raduna oltre 13.000 ebrei, 4.000 sono bambini. Li chiude lì, senza acqua né cibo. Poi li carica sui treni per Auschwitz. Non fu un ordine tedesco, fu Vichy, fu la Francia stessa. Quel Paese illuminato, colto, repubblicano. Li ha rastrellati uno a uno. Con precisione, con efficienza, con “civiltà”. 

Il male elegante di oggi Oggi non ti dicono “morte agli ebrei”, ti dicono: “Israele esagera”. Non dicono: “sono terroristi”, dicono: “sono resistenti” e usano parole come “genocidio” per attaccare chi si difende. E mai, mai, per condannare chi ha cominciato. Mai per Hamas. Mai per Hezbollah. Mai per chi manda un ragazzino a farsi esplodere. Il tutto con toni misurati, podcast eleganti, articoli pieni di “sfumature”. Sono quelli che dicono “non sono antisemita, ma…”  Poi vengono fuori col solito ritornello: “Gli ebrei comandano tutto”. “Ora fanno agli altri ciò che hanno subito”. “La Shoah non può giustificare l’occupazione”. Odio, mascherato da diritto all’opinione. 
La verità fa schifo. Ma va detta. Le grandi tragedie non le ha mai compiute il pazzo isolato. Le hanno fatte le società intere. I popoli interi. Con il consenso tiepido della “gente normale”. Con le mani pulite, e l’anima sporca. Oggi come allora, il male non ha bisogno di mostri. Gli bastano gli indifferenti, i benpensanti, i moralisti a senso unico. E se non lo capiamo in tempo, succederà di nuovo. Perché sta già succedendo.

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Dietro ogni commento c’è un mistero e una persona ma i commenti non mi hanno mai aiutato anzi sono riusciti a distruggere il mio rapporto con gli altri in questo contesto. Adesso che tutto è finito puoi leggere, farti un'idea di ciò che ho scritto ma io risponderò solo quando potrò.

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