Omologazione non richiesta

La pagina deve essere bianca e il segno scuro. L'idea deve contenere un sogno che sconfini nella passione, la memoria deve avere il coraggio di esistere. Il blogger deve credere di possedere la scrittura: solo così i segni sulla pagina vivranno più a lungo di lui.

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Località: Sicilia, Italy

Scrissi molto e a lungo. Inutilmente poi ho atteso risposte che non arriveranno mai. Scrivo ancora per ricordarmi d’esistere e fermare il suo sapore. Ho deciso di lasciare visibili tutti i commenti, sono parte del blog.Non riuscirò mai a conciliare l’inconciliabile e non c’è più tempo comunque: attraversare tante vite e tanti territori mi ha arricchito e spogliato allo stesso tempo ed io sono siciliano, quando rido ho dietro l’ombra della morte e dell’inutilità, se piango lo faccio di nascosto davanti al mare, l’unico interlocutore assoluto che conosco. Sono figlio dell’ alta borghesia colta palermitana, cresciuto a pane e letteratura, ad urla e silenzi, a scirocco e nebbie lombarde, a Mozart e beat generation: per lungo tempo ho creduto che fosse possibile vivere tutte queste sinapsisenza strappare la tela della mia vita. E’ una menzogna. OMOLOGAZIONE NACQUE NEL 2008 questa era il suo incipit e questo il suo template originale. Resterà tale, è una questione di affetto.

giovedì 25 settembre 2025

Onu, un fallimento totale

Il diritto di veto: è la resa permanente ai prepotenti, è l'ONU attuale 
Cinque paesi possono bloccare qualsiasi decisione: USA, Russia, Cina, Francia, UK. Così la Russia massacra l’Ucraina e nessuno può fermarla. 
La Cina tiene milioni di uiguri nei lager e l’ONU sta zitto. 
L’Iran impicca donne e dissidenti, tanto c’è sempre un veto pronto a proteggerlo. Le dittature dominano l’Assemblea Generale Ogni Stato ha un voto, ma la maggioranza sono regimi o autarchie. Risultato di questi ultimi mesi? Israele diventa il punching ball preferito, con più condanne di tutte le vere dittature messe insieme. Perché? Perché fa comodo agli oppressori mascherarsi da “paladini dei diritti” quando la vittima è ebrea. 
Genocidi? L’ONU li guarda in TV Rwanda 1994: 800.000 morti. L’ONU sapeva. Ha lasciato fare. Srebrenica 1995: 8.000 musulmani bosniaci massacrati sotto la “protezione ONU”. Darfur: anni di massacri ignorati. Siria: oltre 500.000 morti, l’ONU che fa? Verbali e indignazione da salotto. Le missioni di pace che portano guerra e abusi Dal Congo ad Haiti: soldati ONU accusati di stupro, sfruttamento sessuale, traffico di armi. In Libano, Hezbollah si è riarmato sotto il naso dei caschi blu. In Mali, le missioni sono scappate lasciando spazio ai jihadisti. 
Il Consiglio dei Diritti Umani altro non è che una barzelletta planetaria: Venezuela, Cina, Iran, Cuba, Russia: tutti membri di un consiglio che dovrebbe difendere i diritti umani. È come affidare la sicurezza di un quartiere a una gang di mafiosi: chi urla per i diritti è chi li nega ogni giorno. Corruzione e truffe sistemiche ci sono decine di esempi sotto gli occhi. Il programma “Petrolio in cambio di cibo” in Iraq? Una delle più grandi truffe della storia: miliardi finiti a Saddam e ai suoi amici. Dall’UNESCO al WFP, le accuse di sprechi, tangenti e nepotismo sono cicliche. Una mangiatoia globale per burocrati strapagati. Ucraina 2022: la prova definitiva del fallimento. La Russia invade. L’ONU convoca riunioni. La Russia mette il veto. E tutti tornano a casa. Nessuna forza d’intervento, nessuna deterrenza, nessuna soluzione. Solo dichiarazioni da operetta mentre Putin bombarda. L’ONU è una carcassa di cartone. Un teatrino di regimi, incapace di garantire la pace, inefficace sui genocidi, complice nei diritti umani. Serve una nuova alleanza: la Lega delle Nazioni Libere, per chi la libertà la pratica, non la calpesta. Basta giocare a Risiko con i dittatori al tavolo.

venerdì 19 settembre 2025

IN QUESTO LUOGO UNA FUGA-

Non tutte le faccende hanno appigli che consentono almeno una parvenza di comprensione; questo luogo è una fuga, ben vestita (credo) e organizzata con la logica di un maturo signore ricco d’esperienza e solitudine; le righe scritte o riscritte sono il riflesso di un concetto esistenziale che non prevede l’età ma la surclassa, ci gioca e pensa scioccamente di averla fatta fessa. E’ in questo luogo che gli anni riesco a tenerli a bada, solo qui posso permettermi di sbagliare e poi disquisirci sopra con charme e in rima. Fuori da qui ci sono solo schiaffi in faccia…qualcuno di essi riesce ad entrare fino all’anticamera di queste pagine. Non mi sono arreso ma questo non elimina la mia sconfitta nell’altra vita, là dove tra i 18, i 38 o i 60 la differenza esiste ed è palese. Cerco di vivere questa e quella, anzi ho provato talvolta a essere poligamo e farle risiedere entrambe vicino al cuore. Non ci sono riuscito, le due signore sono litigiose e incompatibili l’una all’altra, non ho alternative a questa dicotomia. Però dentro la mia vita “mentale” il concetto di errore è diverso e ha ragione chi dice che spesso amiamo le cose che apparentemente disdegniamo secondo la logica corrente; forse è solo il tentativo di nasconderle o proteggerle dai poliziotti dell’altra vita, quella in cui siamo debitori di qualcosa a qualcuno. Il senso vero e profondo di scrivere e di farlo così è quello di nobilitare quel mondo di emozioni e idee che fuori da una pagina sarebbero accantonate in un angolo a fare tappezzeria mentre le squillo di lusso dell’alta società divorano le notti fra brindisi da alta moda. La bellezza vera trascolora se non la nutri d’amore, rinsecchisce e invecchia fino a svanire anche dai ricordi frammentati in questi giorni in cui le sconfitte sono uno standard consueto. E’ qui che un sorriso davanti ad un tazza di latte diventa un brindisi scintillante, qui che una riflessione attenta trova lo spazio della comprensione, qui e soltanto qui, dentro questa via di fuga. 
Ma anche in questo luogo NIENTE E’ PREVEDIBILE, NIENTE E’ SICURO. Non ho più prospettive virtuali, non ho la “vostra educazione, non possiedo il vostro stile e non pretendo di imporre il mio. Ho solo questo luogo e non riesco ad immaginarne il destino: strano per uno come me che conosce bene la storia e ne ha scritte tante.

giovedì 11 settembre 2025

NON TORNERAI, IL CAPITARE DEI GESTI -

Potrebbe sembrare un ritorno, ma non tornerai. So che non sarà così. Siamo altrove, qui solo le orme fuggevoli di un pensiero, di un’idea. Non tornerai ma sarebbe stato bello il contrario, distruttivo forse ma luminosamente bello. Sai quanto è facile slittare fra le pieghe della propria vita: ho troppe note in testa e quasi mai una dominante. Vorrei riderne, con te più che con altre, con te per un antica intesa lucida e cristallizzata nel tempo. Sai quanto è facile percorrere il labirinto dei nostri giardini segreti per ritrovarsi poi davanti alla spiaggia che amammo da ragazzi e dire, in silenzio, eccomi, sono pronto. Ho sospeso molte mie pagine per una crisi di “snobismo culturale”; quando ritroverò la sciocca pretesa di farmi capire dagli altri riaprirò le danze. Perchè, tu lo sai, danzare mi piace moltissimo, è connaturato al mio spirito e non potrei farne a meno; questo è il motivo del mio scrivere, un limbo preciso e solitario, conficcato dentro l’epistolario fra noi e il nostro sogno. Sei rimasta la custode del mio tempo sulle righe, l’unica che legge senza guardare ed osserva la mia consapevolezza immobile. Chiedo di te ai simulacri del ricordo ed invece dovrei farlo direttamente con una ragazza che, studiando, si è nascosta dentro il suo involucro di crisalide. Ti vedo bellissima camminare fra le nuvole di cui conosci senz’altro l’essenza e, talvolta, l’amarezza. La tua storia, quella che solo tu puoi raccontare, la scriverai quando sarai tornata una bambina lontana e non la donna inquieta di oggi. Vorrei essere ancora in vita per poterla leggere: forse avrei anche l’ardire di correggerla per poi riderne assieme. Forse potrei goderne pensando che in essa c’è anche una parte di me come sempre accade agli intelletti che s’incontrano. Ho sempre un giorno prossimo davanti, sarà uno di quelli da leoni, me lo ha detto una stella ieri sera ed io le ho creduto. Il capitare dei gesti non è cosa da poco, accade poi che diventi il tuo gesto, diventi la traccia che non conosci, il passo che non vedi e che lasci quando ti affidi all’ora che ti riporta a casa e chiudi la porta su quel che non sai. Stavolta la stazione è veramente deserta mia signora. Pare che niente e nessuno abbia mai sfiorato queste pareti e guardato questi binari, ma io so che non è così. Da ogni testamento si esce a nuove dimensioni e il tempo di risorgere può crescere in modi insospettabili. Sto annusando la scia della fragranza sottile che hai lasciato dietro di te. Porta molto lontano. Un giorno mi dissero che era stupido soffrire: me lo disse uno sciocco sempre allegro che temeva la sua fine ma il dolore è un tempo diverso dentro i nostri giorni, un filtro severo e impietoso che riporta l’esistenza ai suoi colori originali. Leggendoti lentamente pensavo anche che il dolore è ottima letteratura e silenzi colmi di sè…non sono certo che esso non si possa condividere ma capirti è un dolore prezioso, vorrei che fluisse per sempre. E' certamente la proiezione dei nostri desideri ma solo la prima parte di essa, un’anteprima; col tempo l’amore ci acquisisce al significato profondo del nostro desiderio ed è così che possiamo “essere” oltre il desiderio. Da quel momento in poi lo specchio ci rimanda anche facce del nostro istinto che prima erano celate dalla passione tout court. Ricordi il Caravaggio? Il Merisi, in fondo, cosa faceva? Portava la luce di dentro fuori…e il mondo vedeva aspetti che aveva sempre sotto gli occhi ma senza quella luce erano invisibili. Un solo attimo fissato sulla retina a suggellare un patto non scritto, una consuetudine che ci fa antichi e soli. In fondo è un miracolo anche questo.