Omologazione non richiesta

La pagina deve essere bianca e il segno scuro. L'idea deve contenere un sogno che sconfini nella passione, la memoria deve avere il coraggio di esistere. Il blogger deve credere di possedere la scrittura: solo così i segni sulla pagina vivranno più a lungo di lui.

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Località: Sicilia, Italy

Scrissi molto e a lungo. Inutilmente poi ho atteso risposte che non arriveranno mai. Scrivo ancora per ricordarmi d’esistere e fermare il suo sapore. Ho deciso di lasciare visibili tutti i commenti, sono parte del blog.Non riuscirò mai a conciliare l’inconciliabile e non c’è più tempo comunque: attraversare tante vite e tanti territori mi ha arricchito e spogliato allo stesso tempo ed io sono siciliano, quando rido ho dietro l’ombra della morte e dell’inutilità, se piango lo faccio di nascosto davanti al mare, l’unico interlocutore assoluto che conosco. Sono figlio dell’ alta borghesia colta palermitana, cresciuto a pane e letteratura, ad urla e silenzi, a scirocco e nebbie lombarde, a Mozart e beat generation: per lungo tempo ho creduto che fosse possibile vivere tutte queste sinapsisenza strappare la tela della mia vita. E’ una menzogna. OMOLOGAZIONE NACQUE NEL 2008 questa era il suo incipit e questo il suo template originale. Resterà tale, è una questione di affetto.

lunedì 29 dicembre 2025

REVERIE -

Leggera, leggerissima. Non avrei mai immaginato che la trasparenza scivolata tra noi diventasse nel tempo la nostra fine. C’era il tuo profumo ma il pianoforte ne aveva uno più forte, il legno e i suoi tasti aspettavano le tue mani e la musica. Quante volte si ripeté il miracolo? Quanti giorni consumammo assieme senza sapere nulla del futuro? Eri leggera, leggerissima, quando ti ascoltavo al pianoforte non capivo, non potevo sapere che il suono ci avrebbe portato così lontano. L’ultima volta fu un Debussy dalle note infinite, suonasti gli accordi finali con gli occhi chiusi, la musica si spense senza un sospiro, cadde ai miei piedi e si dileguò per le stanze della nostra vita. Leggera, leggerissima come un battito di ciglia. 
 Palermo 20 dicembre 1976

mercoledì 24 dicembre 2025

ADESSO L'HO CAPITO, NATALE E' UNA PAROLA -

L'ho capito. Ma non ci voleva poi molto però. Le mie festività, quelle natalizie in particolare, sono diventate un guscio vuoto perchè non ho più punti di riferimento affettivi. Sono nato in una famiglia e ci stavo con tutti gli annessi e connessi; avrò mandato affanculo mio padre un centinaio di volte negli anni fra il 1971 e il 76. Tutto in regola, avevo una famiglia e quando ci si vedeva, quanto arrivavano le cornamuse e il presepe, l'albero con la neve e gli odori di cucina (non posso dirvi come si mangia a casa mia) io ero in festa. C'erano le feste altro che storie, regalucci compresi. Non è più così: non lo è più da almeno sedici anni, da quando ho spaccato il matrimonio e lei ha fatto una figlia con un altro, da quando Natale arrivava mentre io non dormivo più nella stanza accanto a quella dei miei ragazzi. Da quando io arrivavo in una casa che non era più mia per fare gli auguri... Auguri papà, un bacio papà, dove sei più tardi papà? Che me ne frega del Natale? Lo vivo da solo il Natale.... La parte etico- religiosa son fatti miei, quella umana affettiva pure ma non funziona e tutto crolla e le mie feste sono una tragedia. Prima finiscono e meglio è. Le altre donne, gli altri tempi e le mie altre vite hanno tutte questo buco nero che io scioccamente pensavo di coprire con la cultura, la famiglia alternativa, con pensieri e riflessioni profonde sull'umanità. Non funziona! Dove sei più tardi papà? Dire sono qua da voi non serve se per una vita sei stato lì accanto ma non dentro. e adesso che l'ho capito me lo dico, lo scrivo qui che tanto siamo 2 gatti a leggerci e la tristezza fa male alla salute.