Marina Pierani è stata attiva sui blog fino al 2010 anno della morte del suo amatissimo consorte; quegli anni incredibili per qualità e quantità di articoli sono ancora visibili in rete. Un vero patrimonio perchè lo stile e la misura intellettuale di questa signora sarebbero un riferimento ancora oggi.
Il post che state per leggere fu scritto tempo dopo la data della morte di suo marito, non consideratelo un peana stucchevole verso una persona da me stimata ma solo un ricordo consapevole.
Considero la frattura e la sua data e il suo nome: Ugo- 10 agosto 2010. Considero il prima a me conosciuto e il dopo e naturalmente scrivo. Non chiedermi perchè. Scrivo perchè evidentemente l'intelletto va di conserva con la sintassi, si richiamano entrambe e si stimolano a vicenda. era questa la magia che possedevi. Se riapro quelle pagine non riesco a sorprendermi che sia accaduto. " C’è il senso pieno e compatto del marmo in INEZIE ESSENZIALI, difficile restare sulla stessa sintonia. Glielo dissi molto tempo fa: la concretezza culturale che manifestava ogni volta superava qualsiasi contrasto, qualsiasi ideologia e mi faceva approdare sulla spiaggia della mia maturità “giovane” e inquieta. Forse, dentro la sua lucida essenzialità, già presagivo il cuore della “figlia di mezzo” e quando poi quest’altra nota si fece palese il quadro diventò compiuto.”
Oggi è molto bello e consolante aprire il blog di Marina Pierani, oggi tutte le differenze sono perfettamente disegnate, tutti i sogni hanno liberato la loro stanza segreta e non c’è più nulla che mi impedisca di dire che inezie essenziali è IL BLOG, quanto di più vicino esista al mio anelito di comprensione e cultura. Lo affermo in totale convinzione: la sintassi di Marina, in senso stretto e lato, è di una perfezione chiara e stentorea, una palestra di educazione alla cultura e al bello. Dovrebbe scrivere in latino, glielo dissi una volta e comunque ciò che scrive ne ha il nerbo e il senso di incorruttibilità. Questa donna posta ogni giorno e posta ad un livello mediamente così alto da lasciare senza fiato; ma non pensate di trovarvi davanti ad un’algida figura senza fremiti o umane brecce nel cuore; Marina ha scritto solo una piccola parte del suo animo, il resto del racconto prosegue su un sentiero che si intravede nell’erba come un sogno talvolta interrotto. Se ne raccogli una nota il viaggio porta altrove, porta qui e nell’intelletto di chi la legge senza pregiudizi o in tutti i luoghi dove gli schemi s’infrangono per far posto alle persone. Le dissi una volta, in un commento sulla contraddizione di vivere e di relazionarsi col mondo, queste parole che riporto integralmente: “Le righe sono solo piene di te e del tuo contenuto orgoglio di essere pensante: nessuna contraddizione, a parer mio, e alcuni pregevoli “distinguo. La verità esiste ma è insondabile per noi finchè viviamo questa esistenza continua; troppe distrazioni scambiate per interessi e troppe idee “ad usum delphini” barattate per ideali. D’altronde sarebbe troppo comodo conoscerla adesso la verità e diventare dei infallibili ed eterni, padroni della metafisica non per merito intellettuale ma per lascito genetico. Però essa esiste, anche ora mentre ti commento, come prima mentre tu scrivevi il post, s’intuisce dalla fatica cerebrale e dal profumo di intelligenza, nel senso latino di “intelligere”, che emana tutto questo interrogare e interrogarsi. Quando la incontreremo la verità? Forse nell’ultimo istante quello, l’unico, in cui ne diventiamo degni…quando non possiamo più raccontarlo a nessuno di quanto splendida, nuova e luminosa sia la nostra amante rincorsa per tutta la vita. Non sei contraddittoria, Marina, sei solo stanca di essere sincera, perché la sincerità a tempo pieno è il miglior sistema per adire la solitudine; quella intima fatta di interrogativi e questioni lasciate aperte, di vie irte di ostacoli, di scarse pozze d’acqua a lenire la sete di consapevolezza rimasta ad aspettare lungo la strada. Sei così stanca da scegliere talvolta la menzogna o la piccola bugia, unico biglietto per stare seduta un po’ sul treno affollato di false verità. Non esiste luogo migliore di Inezie Essenziali in tutto il web a me conosciuto per leggere e pensare."
Ti promisi che avrei rispolverato questo vecchio post, te lo mando in privato ma giuro che lo ripubblicherò....in fondo per il numero di visitatori che mi sono rimasti è come se fosse ancora privato. Non voglio indurti in tentazione ma ti invio anche due altri testi miei. Vorrei che li leggessi...vorrei tante cose, piccole e importanti. Sono sempre a mezzo, irrisolto, è anche il solo modo che conosco di scrivere decentemente. Tu facevi diversamente e io mi placavo. Stagione chiusa quella, stagione chiusa ma non si dica per sempre anche se è così.
Non so nulla di reale di te Marina, mi soffermo ogni tanto a immaginarti per le strade di Roma ma è un gioco fragilissimo: non so nemmeno se questa mail e le parole che contiene ti saranno di conforto, fastidio per un'improvvisa malinconia resuscitata, lieve interesse linguistico, condivisione letteraria...o semplice umanissimo affetto. Credo che tu non abbia mai letto questi due articoli, furono scritti pensando a persone come te...o come me? Furono scritti è questa è l'unica cosa che conta. Vorresti pubblicarli sul tuo blog? Vorresti reinterpretarli? Attraversarli? Scriverli di nuovo, contaminarli? Non scriveresti di nuovo perchè scrivere è essenziale e farlo pubblicamente liberatorio? Potresti farlo per scherzo o per diletto o per amicizia o per altri segretissimi motivi. Ecco l'ho detto dopo aver rigirato il pensiero da molti giorni: ogni tanto passo da inezie essenziali, riallaccio antiche armonie, fisso date, sostantivi, vocabolario. Lingua. Poi apro il cuore e l'intelletto gli va appresso senza che io possa modificarne l'incedere.