Sogno ad occhi aperti da sempre, non so bene se sia una virtù o una disgrazia. Lo scollamento non è sempre facile da ricomporre e forse non è nemmeno utile.
Il blog mi è servito certamente, prima della sua nascita questo compito era assolto da carta e penna, non aveva interlocutori e appariva solo come un riflesso cangiante di un universo in continuo divenire. Ma un blog non svolge ESATTAMENTE la stessa funzione: esporsi e comunicare ti cambia dentro, toglie sicurezze ancestrali e regala al loro posto sorprendenti novità esistenziali. E’ qualcosa di intimamente diverso, quando parliamo di diari virtuali dovremmo tenerlo presente.
Diventa sempre più evidente che quello che scriviamo arriva più o meno nelle immediate periferie del nostro “intimo vero”: non è una critica per nessuno, è solo una constatazione della dinamica complessa tra lo scrivente e chi legge. Se a questo si aggiungono problemi tecnici e temporali allora la comunicazione nei blog si riduce e diventa più difficile capire e capirsi.
La pagina deve essere bianca e il segno scuro. L'idea deve contenere un sogno che sconfini nella passione, la memoria deve avere il coraggio di esistere. Il blogger deve credere di possedere la scrittura: solo così i segni sulla pagina vivranno più a lungo di lui.
mercoledì 26 febbraio 2025
lunedì 24 febbraio 2025
Mezzora prima
Credeva di averne di più, a dir la verità non lo aveva mai considerato: il suo tempo nel tempo che viveva giorno dopo giorno. Pur avendolo riempito di un'infinità di cose inutili e lunghe, anche sacrificandolo ad una quantità di altri tempi diversi per fogge e prospettive, pensava di averne davanti ancora una misura praticamente infinita.
Aprendo la porta dell'ascensore e premendo il tasto del piano quest'idea sottile cominciò a crescere dentro di lui: il tempo, il suo tempo a scadenza. Giunto al piano chiuse la porta del mezzo ad altre considerazioni scomode, aprì quelle dell'ufficio ed entrò. La decisione di prendere subito il caffè lo sorprese: era un gesto che stravolgeva le sue abitudini, non era nei programmi, non era nemmeno nella sua testa. Da dove veniva allora?
La sua vita da moltissimo tempo aveva assunto a buon prezzo quel meccanismo autoregolante che serviva a non mettere niente in discussione: un'omeostasi esistenziale perfetta. E inutile.
- Faccia un caffè signorina, per favore. - Caffè dottore?
- Caffè Irene, un caffè. E me lo porti qui, per mezzora non ci sono per nessuno.
Il tempo riaffiorava lentamente ma con progressione costante; anche lì in quella stanza dove non aveva mai avuto cittadinanza, si ripresentava senza appuntamento. Era sgarbato. Trovare qualcosa per riempire il vuoto che riapriva scenari così lontani da non considerarli più personali, ecco cosa doveva fare assolutamente. Il vuoto si allargava e lui lo guardava immobile. Scrivere! Scrivere era la terapia giusta: lo aveva pensato quasi per sbaglio, non ci credeva fino in fondo. Scriveva da sempre senza pensarci, come un gesto fisiologico, solo un aspetto dell'omeostasi più vasta che governava la sua vita. Un breve cigolio alla porta indicò il caffè e il sorriso impacciato di Irene appresso a quello.
- Ecco dottore - Lo lasci lì-
Pensò poi di non aver ringraziato come faceva abitualmente, evidentemente nulla quel giorno era usuale, nulla prevedibile. Accese il computer e guardò lo schermo luminescente per un attimo lunghissimo. Scrivere, provare a scuotere la patina di sottile e persistente condiscenza all'impossibilità di comunicare al mondo che nonostante tutto egli esisteva. Un argomento! Gli serviva un argomento, qualcosa che suonasse con quel timbro inconfondibile che solo la vita vera possiede. Mandare in pensione l'anima dei giorni non era stata una buona idea, lo capiva adesso in quella stanza che non possedeva alcun appiglio per credere a una sequenza non meccanica dei gesti e delle parole.
Il viso della ragazza gli entrò in mente improvvisamente, chissà da quanto tempo era seduto in un angolo silenzioso, i sorrisi non crescono mai senza una fede, senza un altro sorriso più intimo. Questo adesso gli galleggiava davanti e tutto il resto uscì sulla tastiera quasi in un fiato.
Imparai da bambino a centellinare
la magia che una ragazza
la magia che una ragazza
sparge attorno a sé.
Scivolare tra le pieghe di un suo
sguardo,
assaporare poi, nel ricordo
di un’ora dopo, l
a trasparenza di una mano,
il particolare timbro di un silenzio,
gli altri mondi
soltanto accennati in un volgere del capo.
Ti osservo ancora a quel modo
e tu giochi a far finta di non saperlo.
Imparai da ragazzo a rincorrere
la diaspora di pensieri
che una donna porta con sé.
Ed è così che non ho mai scordato
il primo stupore di te.
Un po’ di quella magia ancora s’insinua
tra noi
come una carezza di seta
al termine di questo giorno.
Aveva finito. Togliere la sordina ai propri pensieri lasciava nella testa una tabula rasa inaspettata e felice: bisognava soltanto lasciarla correre questa nuova sensazione, avrebbe raggiunto la ragazza e il suo cuore, i sogni di una vita diversa e di un tempo diverso. Era così facile, come non averci pensato prima? Facilissimo, leggero ed esaltante. Lo avrebbe rifatto! Tutte le volte che voleva lo avrebbe potuto rifare.
- Signorina sto uscendo. Telefoni a tutti e sposti gli appuntamenti al pomeriggio. - Dottore ma...
Non si accorse dell'ascensore, dei tasti, dei piani, della gente.
Non aveva tempo, non poteva perdere tempo.
La macchina lo investì dieci metri dopo il portone mentre attraversava senza guardare per raggiungere il posteggio: un secondo prima di morire pensò che il tempo si era ripreso tutto, poi fu solo buio. Coloro che accorsero videro un cadavere sorridente di traverso sull'asfalto.
- Ma non è il dottore che lavora qui? Avete chiamato un'ambulanza?
sabato 22 febbraio 2025
OLTRE LO STRETTO
Mio padre faceva arancini deliziosi, secondo tradizione classica e ci volevano almeno due giorni. Poi si invitavano gli amici e si mangiava in compagnia. Qualcuno dopo un po’ si appartava in solitudine con l’arancina ( femminile a Palermo!) in mano e guardava il mare davanti con gli occhi a fessura. I siciliani sono isolani in primis, non è un pregio e nemmeno un difetto, è uno stato d’animo condito da secoli di contatti con il mondo circostante portato dal mare. I siciliani sono orgogliosi ma spreconi…hanno avuto così tanto. Sono pigri a volte, vorrebbero che l’intuito cancellasse tutto, distanze, miserie errori, però sanno scrivere un italiano perfetto pur pensando in dialetto. I siciliani sono italiani nel midollo, chi fa finta di non capirlo dovrebbe mangiare un’arancina cucinata lege artis e finire poi con un cannolo con la frutta candita, è come mangiare una chiesa barocca!
Siamo così complessi. In Sicilia c’è solo il tempo presente, il futuro non è contemplato nemmeno nel dialetto ma uno sguardo verso il cielo non manca mai basta pensare all’Etna. Camilleri ha raccontato la sua e la mia terra senza difficoltà perchè partiva dalle piccole cose, dai particolari, dalle inezie che sono il sale della vita e dall’eros che senti sulla pelle nelle sere d’estate quando il cielo assume quel colore blu-viola che esiste solo sotto certe latitudini. Salutiamo.
giovedì 20 febbraio 2025
ORTIGIA
Stasera ad Ortigia la sera scende placida e piena di richiami sonori: dai grandi alberi sul lungomare gli uccelli si apprestano a lasciare spazio alla notte che viene.
Non lo sentite l'eco lontana della voce di Dionisio... non avvertite il passo lento di Archimede sospeso dentro i meandri della sua mente in ricerca costante?
Stasera il mare è un breve sentiero tra questa costa e l'altra immaginata, sognata, pensata. Studiata.
E ' vicina la Grecia, comune lo Ionio profondo e ventoso, comuni i visi e i colori: questo è il Mediterraneo signori, la nostra fonte unica in cui si sono rispecchiati i sogni delle generazioni per millenni.
Questi siamo noi e i nostri miti terribili e fanciulleschi assieme, la nostra poesia di vivere e pensare di essere eterni nel ricordo degli altri, nella letteratura degli altri.
Noi siamo la Grecia vecchio e sordo professore dei soldi mancanti, tu forse no ma noi veniamo da lì.
Una vita rincorrendo lo spread, il mercato, la finanza dei numeri astronomici…e incomprensibili. Una vita legata al niente spacciato per assoluto indispensabile.
E che dire dei “sacerdoti” che predicano questa nuova religione?
Gonfi di arroganza e soldi, una quantità di denaro rubata ai poveracci cui chiedono sacrifici. Sacrifici! Macelleria sociale, nessuna solidarietà, solo parole vuote da qualsiasi angolo, di destra o di sinistra; parole vuote e perfide, merda secca sulla quale si dovrebbero rifondare le nuove nazioni della nuova Europa.
Il Web cosa dice? Cosa fa? cosa scrive?
IO SONO LA GRECIA, IL SOGNO. LA CULTURA, LA VITA. VOI SIETE SOLO ZOMBI E SARETE SPAZZATI VIA PRIMA O POI.
martedì 18 febbraio 2025
La virtù del pescatore
La pazienza è la virtù specifica del pescatore, l’impazienza quella degli altri. Si getta la lenza da uno scoglio, in un punto dove solo il pescatore conosce bene il fondo. E si aspetta e l’attesa può durare anche molto tempo.
Mentre passano le ore e le stagioni diventa naturale riflettere e ricordare; l’analisi può essere illuminante e definitiva in questi casi, comunque un punto di riferimento. Le decisioni sono sempre secondarie anche se prevedibili: spesso ho atteso fin oltre l’ultimo minuto accettabile, per affetto o paura del nuovo ignoto che mi attendeva. Quando il grosso pesce arriva è sempre una sorpresa, un insulto alle proprie capacità di preveggenza: lo aspetti sempre qualche minuto dopo…
La stanza segreta è qui e adesso, è una storia iniziata molto tempo fa. E’ l’attimo in cui arrivi a quella comprensione che ti sfugge da sempre.
E’ un legame profondo, irrinunciabile, uno scrivere e pensare da lontano con una vicinanza intellettuale rara. La stanza è un simulacro dell’illusione di poter condividere ma è anche la definitiva sconfitta di un sogno leggero e invidiabile. Era risaputo, era scontato che l’apertura della porta avrebbe portato con sé una sospensione infinita di questo spazio.
La preda si libererà dall’amo con uno strattone e libererà finalmente anche me: un segno di affetto profondo.
Io non ho rimpianti, stare qui mi è piaciuto davvero , condividere anche i disaccordi o le reprimende ancora di più. Ma vi sono cose che non è possibile raccontare, forse solo intuire.
Non chiudo, resto qui così con tutti i miei orpelli in bell’ordine, commenti compresi, in una tensione infinita che è il solo segno di una vita diversa perché al fondo di tutto non sono un ladro ma solo un sognatore. Come tanti.
domenica 16 febbraio 2025
TI SCRIVO
Ho trascorso una vita a scrivere anche molto prima di incontrarti e tu non mi hai mai letto. Ci siamo avviluppati per un certo numero di anni in una relazione vissuta, gesticolata, agitata dai nostri umori, urlata a muso duro talvolta. Ma mai scritta Se ti avessi scritto e tu mi avessi letto avremmo capito prima e meglio, ci saremmo amati sul serio e non ci saremmo sfiniti nell’impotenza di non sapersi parlare. Quando mi fermo e il tempo è meno crudele con me oppure riesco a licenziarlo meglio, tu arrivi sempre e io mi chiedo da dove spunta questa necessità di te cui non vorrei dare significati tali da farti fuggire lontano in modo definitivo. C’è troppo sapore della tua pelle e dei tuoi capelli nella mia testa, troppo suono della tua voce e troppa inguaribile nostalgia dello sguardo che avevi quel pomeriggio lontano. C’è troppa letteratura vera per questo ho deciso di scriverti. Ora sei abbastanza lontana per leggermi senza il fastidio di dovermi poi dire, so per certo che mi leggerai stavolta; non per capire ciò che non serve più capire ormai. Mi leggerai per amarmi senza condizioni e senza un tempo definito, senza il fastidioso imperativo di pensarmi diverso, mi leggerai per come eravamo. E sorriderai, certamente penserai che in molte cose non sono cambiato e che le mie sospensioni esistenziali finiranno per corrodermi del tutto: che importa? Nella lettera non c’è alcuna richiesta solo una constatazione amichevole di incidente amoroso in una stagione che fu comunque nostra, non c’è altro che la traccia inconfondibile di un desiderio espresso, realizzato e poi perduto.In quello che ti scrivo c’è solo quiete, i furori sono un vecchio amatissimo film che forse potremmo rivedere assieme ridendone con le mani allacciate. Non ti scrivo per raccontarti della scrittura, lo faccio per dirti che ti ho amato e sei rimasta tra le righe.
Conserva la lettera,
Enzo.
venerdì 14 febbraio 2025
La mia ragazza lontana, una storia d'amore
Credo che scrivere sia per me fondamentale: lo percepivo confusamente già ai miei 7 anni d'età. Scrivere per capire e capirmi, per fermare l'attimo e non farlo morire. Negavo il parlare? No, ma non funzionava allo stesso modo...o forse ero io a non capire, parlare faceva confusione, diluiva il tutto, non lasciava traccia. I gesti? Quelli erano e sono altra cosa, A volte elementari ma sempre statuari e definiti, qualcosa con cui confrontarsi senza ipocrisie. Ho vissuto migliaia di gesti nei miei 70 anni, alcuni sono rimasti impressi per sempre dentro di me e li rivedo come allora, li sento nel profondo, sono la mia vita vera.
Mi manchi, se riavvolgo il film della mia esistenza adesso è tutto chiarissimo: ho avuto una sola change di felicità e portava il tuo nome. Lo sentivo, certo lo sentivo anche allora ma ero troppo fragile e distonico, studiavo poco, facevo poco e soprattutto costruivo poco. Non è una scusa ma solo una constatazione, è un difetto costituzionale, inutile girarci attorno, non sono mai stato capace di indirizzare le mie forze, i miei istinti verso qualcosa di concreto, qualcosa che mi potesse salvare veramente dall'erosione esistenziale che già cominciava a sgretolarmi a 20 anni! Uno sciocco dalla sintassi esemplare! Un nullafacente dalla cultura esplosiva e dalla capacità fortissima di non tenere niente di solido tra le mani. Ti ho perso per questo e mentre accadeva, mentre vedevo sgretolarsi un sogno, stupidamente mi davo ragioni false, orgoglio, equivoci, mancanza di vero amore! Cercavo di fermare la morte dell'anima dandomi un contegno banale e inutile. La mia ragazza si allontanava ed io non sono stato capace di darle l'ultimo bacio, scendevo le scale come un ebete ipotizzando un futuro che non c'è mai stato. Ho provato decine di volte a trovare un interlocutore: alla fine devo accettare il verdetto: non mi ama nessuno, non mi parla nessuno, sono tutti alieni all'errore, tutti organizzati e organizzabili, nessuno ha tempo da perdere con Enzo.
Negli ultimi 30 anni ho riempito di lacrime segrete e solitarie i miei giorni, sempre più stanco e affannato...una compagna, una voce, qualcuno con cui condividere per non lasciare campo aperto alla fine. Sai come andava? Sguardi attenti, interessati, increduli su come ero e soprattutto come potessi essere in futuro, infine l'enorme delusione su come fossi in realtà, di quanto fossi incontrollabile, di quanto fossi impotente e di quanto di me occupava una forza diversa presente da prima di ogni altra. Ho disceso le scale fino agli inferi e adesso li guardo da vicino: mi chiamano con voce insistente, beffardi e sicuri della loro vittoria. Resti tu, ci sei tu, così senza nessun altro orpello dell'abito che avevi allora, completo e luminoso, la mia ragazza lontana, il mio sogno maledetto e irraggiungibile. Tutti questi anni trascorsi a guardare la tua vita senza di me, le nostre vite buttate nella spazzatura senza neanche un vero senso. Mi agito come un vecchio scemo, quel che sono, ti chiamo nell'unico modo che conosco, non lo definisco perchè le magie si possono solo assorbire. Mia madre me lo diceva - morirai con questo segno di inutilità addosso, almeno vestilo bene, nel miglior modo possibile- Ci sono riuscito? Serve a qualcosa? Guardo attorno a me, i miei giorni adesso corrono in fretta, ti parlo al telefono ma dovrei scriverti più spesso per dirti la verità...quella che tu conosci bene amore mio.
Esiste solo un'occasione per quelli come noi: tu sei più forte, ti sei difesa meglio, non credendoci più la vita si è disinteressata di te, sei cristallizzata in una dimensione adeguata al nulla che ci circonda, vivi segreta e irraggiungibile. Io non esisto quasi più, chiunque oggi se mi avvicina lo fa solo per farsi quattro risate e convincersi di aver fatto bene a lasciarmi solo a cuocere nel mio brodo. Nessuno parla con me, ho una lingua diversa, nessuno discute con me, delle mie opinioni non frega niente a nessuno così anche la scrittura è giunta a una solitudine profonda...omnia mecum porto, quasi niente quindi, una particella libera nel vento che prima o poi si poserà stancamente da qualche parte per diventare terra. Non sarà una scelta nemmeno quella! Quando ti parlo mi nego, ho paura di addossarti un'ulteriore tristezza, vorrei fossi felice ma so che non potrai esserlo e che io ne sono la testimonianza vivente. Non ti aiuto, non risolvo nulla, ma come potrei? Rovesciarti addosso la grande quantità di errori fatti, analizzare tutte le impotenze per dirsi poi abbiamo sbagliato e aggiungere poi e non vi è più nulla da fare...ho sbagliato io G. non tu. Tu hai capito e hai conservato di me solo la parte migliore, sei scappata lontano dalla mia incapacità di concretizzare la tua e la nostra salvezza, hai conservato il sogno segreto. Io mi sono fatto massacrare da tutto e da tutte. Il risultato è questo: perfettamente definito, sono un uomo vecchio e stanco, uno come tanti per tutti anche per mia moglie.
Se non riesco a entrare in contatto vero con qualcuno devo iniziare a pensare che la colpa sia mia! Che sia io a parlare un italiano falso, incomprensibile e senza riferimenti credibili. Tu sei sparita dentro te stessa, forse ti sei salvata ma io sono solo uno scheletro vuoto e senza forze in un contesto che vuole e pretende ben altro. Sono anche sul banco degli imputati e non voglio difensori d'ufficio, non potrei pagarne di altro tipo. Sono accusato di aver mentito, di non aver amato, di non aver prodotto, di non aver capito...ho una marea di imputazioni e se provo a dire non mi si fa neanche parlare perchè chi ha amato non ha scampo, l'amore si paga con la morte. Se hai amato sei pericoloso, non è un patrimonio l'amore, una memoria salvifica, è invece un veleno letale che potresti iniettare ad altri! Sono pericoloso e inaffidabile, questo è quello che mi dicono da anni...l'altra versione è - poverino ma se l'è voluta- Io non ho voluto niente, ho seguito il mio istinto, la mia natura che mi ha condotto a te. Spero solo che la scrittura almeno con te mi salvi dal caos in cui rischio di precipitare. E certamente sono molto più fragile di ieri, prima avevo ancora un minimo di buona fiducia nel tempo semplicemente perchè c'era ancora tempo! Ora non più, ora sono in una gabbia stretta, restarci dentro per sopravvivere stancamente oppure rompere le sbarre e andare a morire altrove. La solitudine resterebbe la stessa. Perchè non esiste una connessione diretta e immediata tra la mia testa e la mia mano che scrive, qualcosa su cui tu poggiandoci sopra il viso possa sentire tutto, proprio tutto. Ti invio una musica, la canzone che sto ascoltando ora, il sentimento di adesso. Domani è troppo oltre, domani non esiste più da anni.
mercoledì 12 febbraio 2025
Tempo cromatico
Ho deciso di osare e cercherò la verità, la mia, la tua, per la nostra c’è tempo. Un’attesa di cotone per evitare che le perturbazioni ci infrangano su nuovi spigoli, nuove edizioni di amori infranti oltre i quali guardare. Possiedi un bel silenzio, ci costruisco sopra il prima e il dopo, divoro l’attimo sospeso delle mie idealizzazioni, guarda che ora fanno le lancette della mia felicità scomposta… e non fare sparire l’orologio! Se mi hai portato qui è perchè possiamo seguire il sentiero delle nuvole sul mare: lo vedi, è lì ci osserva. Ma non ci invita, così io ne scruto l’incipit e ne immagino l’andatura, il segno, il ritmo. c’erano vicoli scuri prima di questo tramonto. Molto al di là del limite dell’orizzonte abbiamo deciso di tornare a riva, di festeggiare l’inverno e invocare in silenzio le onde del cuore. Tarderà il sole nel suo addio e noi balleremo ancora sulle luci riflesse il ritmo delle maree. Stanotte soltanto.
Giulia sono trascorsi 29 anni oggi ma io non ho dimenticato.
lunedì 10 febbraio 2025
Il tempo obliquo
Questo è un tempo obliquo, questo degli ultimi anni: quello che mi divora sul blog e sulla carta. Non posso dire che non mi appartiene ma vorrei che se ne andasse altrove a intorbidare il cuore. Trascorro una buona parte del mio tempo "ludico" su queste pagine elettroniche ma il mio tempo vero è altrove su un poggio a scrutare una porzione di azzurro marino incuneata tra il monte e la vigna; il tempo diretto è un ragazzo senza freni che mi ha raccontato altre storie con altre parole e altre intenzioni.
Credevo di incontrarli tutti i visi che ho amato: gli uomini e le donne che, secondo me, dovevano essere tutti qui a vagare fra queste colline e il mare. Si sono celati nel gran corpo della terra: di loro hanno lasciato, qua e là, soltanto l’eco sciolta del loro essere persone…e mi hanno dato una lezione di asciuttezza e dignità. Ho sperato che ci fosse almeno lei, doveva esserci e ho gridato il suo nome al vento ma non è tornato niente indietro: così sono inciampato nei sogni e, adesso, andarmene sarà solo un’illusione. Voglio dirvi che ho camminato tanto da scordare il punto di partenza, che mi sono finto mille altre cose da quest’uomo che guarda ostinatamente davanti a sé. Non c’è astio, non c’è rammarico ma ho capito che non sono più qui: ho capito di avere un senso solo col vento vero sulla faccia, con i ricordi che non si possono raccontare. Il blog va letto in questo modo insieme ad Enzo Rasi, tornare o sparire in un modo o nell'altro fa parte del suo DNA; le pagine hanno questo terribile pregio, restano, le riapri e le usi come trastullo della mente e del cuore quando più ti aggrada.
Ma troppo spesso le cose che scrivo, fuori dai miei occhi, annaspano e muoiono: questo spiega sia le carezze che gli insulti.
Fra il silenzio della terra e l’idea del mare che verrà non riesco a dirvi addio semplicemente, con tutto l’amore che ho. Non lo dirò quindi. Ma averlo pensato è peggio. Ciò che si scrive testimonia sempre qualcosa o qualcuno, annullarlo equivale ad uccidere definitivamente chi le ha prodotte. Io non l'ho annullato
sabato 8 febbraio 2025
Altrove
Non sono sparito, sto altrove: a due passi da qui dentro gli universi paralleli a questo mio. Leggo, certe volte mi fermo interessato altre passo avanti infastidito. E mi domando cosa accade quando qualcuno arriva qui da me. Non sono un uomo leggero, non lo sono mai stato: non è un pregio ma una specie di maledizione. Vivo per caso e mi ostino a far come se fosse invece tutto voluto. Di quello che mi arriva addosso annuso tutto ma sono certo che c'è dell'altro, magari buttato nella spazzatura per noncuranza o valutazioni sbagliate.
Io sono il Re delle valutazioni esatte trasformate in cazzate senza senso, il sovrano assoluto del "te lo dicevo io"; solo che adesso lo sa anche qualcun altro causa blog. Scrivere non mi affranca, amare non mi basta ma, credetemi, scopare è ancora peggio. Ho una certa nausea da refrain infinito, sarà certamente l'età, trovo e passo oltre perchè sono la negazione delllo sciupafemmine e con le ragazze finisco per parlare di esistenza e filosofia esistenziale o di musica e HiFi e il sesso passa in secondo piano. Le ragazze sono incredibili: appena dai loro un varco sincero si infilano e allargano le ali molto meglio delle cosce. Poi il tempo passa e ci riporta al letto che ha atteso invano, alla vita che bisogna pur vivere e al suo inevitabile corollario. Dopo la danza erotica la bacio, lei mi sorride e mi dice - Usciamo qualche volta?- Certo, le rispondo io e, mentre scendo le scale penso già alla sua bocca sulle labbra di un altro con gran trasporto. Sicuramente la discussione sull'essere e apparire e sull'estetica pirandelliana mi è costata molto ed è stata superflua: vorrei essere una testa di cazzo ma non mi viene bene. Lei però è sincera, sono sempre sincere perchè non hanno bisogno di fingersi altro e tutto quello che c'è dopo, se c'è, è una scoperta gratis. Non sono sparito, sono qui accanto. Nudo come un verme
PRIMAVERA DEL 1980
giovedì 6 febbraio 2025
L' elitarismo
Sta diventando sempre più difficile tutto: I COMMENTI e le teorie interpretative da cui scaturiscono sono sempre più spesso “fantasiose”. Da parte mia la scelta di defilarmi e usare il mio tempo sul web in altro modo è confermata; le relazioni virtuali che nascono dalle cose che scrivo arrivano a distanze stellari dalle loro premesse! O sono false quest’ultime o c’è qualcosa di intimamente errato nelle loro dinamiche. Meglio lasciar perdere e allontanarsi dal grigio.In verità devo arrendermi all’evidenza, il mio sogno di parlare con tutti, di comunicare con tutti, di interagire con quello che era lontano mille miglia dal mio mondo senza subirne colpi pesanti, quel sogno si è ridimensionato qui in rete, nel luogo che concettualmente sembra il più adatto invece a nutrirlo. Se mi perdo, se muto la mia identità, se mi svendo per qualsiasi motivo lo faccio, a qualsiasi obiettivo io possa tendere, sono certo che non produrrò niente di buono, niente di MIO, niente che abbia senso per me.
E’ un vecchio discorso che mi rode l’animo da molto tempo, i blog vanno considerati in modo diverso, con maggiore serietà, forse con una benevolenza più genuina ma non possono prescindere da una genuinità di fondo che li differenzia e li rende palesemente personali. C’è Massimo e c’è Enzo, Marina, Susanna, Sara, Nicole, Mara… ci sono, ci siamo tutti. Quello che non capisco e mai capirò è lo scontro vigliacco, l’invidia, la stupidità: c’è uno spazio immenso, riempiamolo senza disturbarci. L’elitarismo nei blog più che un rischio è una certezza! Penso che sia purtroppo inevitabile, non esistono parole per tutti ( tranne forse che negli Evangeli) e non esistono blogger per tutte le stagioni. Forzare questo dato di fatto produce solo danni io ne so qualcosa. Inevitabilmente parliamo e speriamo nella condivisione del mondo intero e altrettanto inevitabilmente dobbiamo poi accorgerci di quante siano in realtà le mani tese. Io resterò qui fin che potrò, perchè mi piace ma starò anche altrove e se il salotto apparirà troppo esclusivo pazienza. In questi anni ho incontrato poche stanze veramente esclusive per qualità e profondità di scrittura, io ne sono lontano, la mia esclusività deve essere legata a qualcos’altro.
martedì 4 febbraio 2025
Omologazione non richiesta
Sono stanco e stufo, il web ribadisce la stessa uniformità di atteggiamenti culturali e mentali dei media ufficiali e il medesimo ostracismo per coloro che sono fuori da QUEL CORO in specie.
Non leggo mai un’analisi seria sulle differenze culturali in divenire tra islam e cristianesimo per esempio. Non leggo mai un riflessione attenta sulla condizione femminile nella gran parte dei paesi musulmani riguardo a istruzione, sanità, diritti civili, famiglia etc etc. Non leggo mai di attentati o cose simili a causa di blogger che mettono il Papa all’indice in prima pagina sui loro blog, di prese di posizioni dure e violente per le centinaia di fedeli cristiani massacrati in Africa o di buddisti uccisi dal governo cinese in Tibet. Un regista in Olanda ( la civilissima e libera Olanda ) può essere scannato per strada a causa di un film sulla schiavitù femminile nell’islam e un giornale satirico non può pubblicare vignette che sfottono Maometto in Francia!
Tutti zitti, defilati e silenziosi oppure pronti a giustificare in mille modi questo tipo di situazioni. Tutti e tutti i più intelligenti e progressisti, tutti quelli e quelle che per decenni hanno fatto in Europa un casino inimmaginabile contro il Vaticano, i preti, il cattolicesimo, la Fallaci.
Un rogo è un rogo stop! La libertà di leggere e informarsi senza rischi per la propria incolumità non ha un colore politico. Una donna occidentale non può in alcun modo favorire il diffondersi della cultura islamica sulla sua terra ma può benissimo criticare aspramente i libri della Fallaci. Mi sembra un discorso di una chiarezza disarmante…evidentemente mi sbaglio. Per certi versi credo che la mia possa ritenersi un’idiosincrasia o un blocco mentale. Ma devo sempre tenerne conto. L’atteggiamento dell‘islam nei confronti della cultura generalmente intesa ( letteratura – musica – pittura – etcetc) non l’ho mai digerito. Lo stesso dicasi per quello sul mondo femminile. Non sono mai stato l’uomo che è capace di sorvolare nell’ambito di “più ampie e nobili prospettive”, nelle assemblee e nelle discussioni di una vita non digerisco la propaganda, l’ideologia pelosa e fine a se stessa, le adunate oceaniche e i trend di stagione. Amo il confronto senza remore e LA RECIPROCITA’. Quest’ultima alla fine è diventata un handicap insormontabile per abbracciare in toto le idee che la sinistra in generale porta avanti da 30 anni nel mondo. Non mi è possibile leggere o ascoltare discorsi sul confronto o scontro di civiltà provenire da pulpiti capziosi e scorretti intellettualmente; non posso più ascoltare la negazione di fatti evidenti o della logica più banale. Io NON amo la cultura occidentale che mi ha generato con i paraocchi e so bene quanti roghi si sono accesi nel vecchio continente dal medioevo in poi: io non voglio ritornare a quella stagione dell’umanità, voglio leggere tutto e di tutto, voglio continuare ad ascoltare la musica del vecchio e del nuovo continente, voglio ammirare senza vergogna i maestri del rinascimento italiano, commuovermi davanti ad un Tiziano o un Raffaello o un Caravaggio o davanti ad un cupola del Bernini. Voglio che il frutto dell’intelletto umano che ha prosperato e si è diffuso su questo mondo continui ad illuminarlo e non accetterò mai per convenienza politica o ideologica il mercimonio e la sudditanza nei confronti di altre culture. Io rispetto non per patito preso ma per analisi e riflessione. La convenienza non ha mai fatto per me sui blog e fuori.
domenica 2 febbraio 2025
Una scelta esistenziale
Il fatto è che io non riesco più a relazionarmi con gli altri blogger, uso un termine eufemistico (ma per un riccio come me è tanto ), spesso il contatto diventa fonte di sofferenza , di un senso di incomunicabilità che cresce ad ogni frase in più o in meno, potrei citarvi almeno 3 o 4 episodi di questo tipo in rete su altri blog da me visitati nell'ultimo mese. Sono diventato ancora più selettivo e collerico, analitico e insofferente di prima, se lasciassi aperte le porte in modo "normale" ai commenti sono sicuro che mi ritroverei in un fiat nella medesima situazione dell'anno scorso: un casino dopo l'altro. Amici miei non sono mai stato capace di annuire se non sono convinto e questa blogosfera sta peggiorando a vista d'occhio: non cerco la solidarietà pelosa e non la regalo a nessuno. Non credo alla consecutio logica di certi discorsi di tipo politico o ideologico, quelli per cui se dici che non vuoi l'immigrazione clandestina( è solo un esempio ) significa che sei razzista o viceversa, ed è questa invece la regola sui blog come su gli altri media...infatti non si discute di nulla, si grida e basta. Ditemi di cosa dovrei discutere sul web? E soprattutto con quali garanzie per la mia incolumità fisica e intellettuale? Con quale privacy e rispetto delle altrui opinioni? Tutti voi sapete perfettamente che se vai due volte di seguito su un sito web sei SEGNALATO!. Sai altrettanto bene che uscire fuori dal coro a destra o a sinistra su un blog "caratterizzato" ti espone a gogne incredibili e contestazioni velenose; per uno come me abituato a dire le cose in faccia questo è un contesto invivibile, io non sono capace di glissare, anzi non me ne frega nulla. Conclusione del discorso, la mia è prima di tutto una scelta esistenziale più che editoriale: l'unica che mi permette di restare sul web finora. Considerate se volete questo blog uno spazio di lettura, penso di poterlo senza eccessivo orgoglio considerare tale, il dialogo venga moderato purtroppo al di là del nostro comune livello intellettuale senza spettatori assetati di "sangue".
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